Dopo l’istituto dell’Equo Compenso, che è un diritto non comprimibile del professionista, nell’incarico pubblico, il compenso per i servizi di Ingegneria ed Architettura non possono essere soggetti a ribasso. E’ quanto sostiene il documento “ La disciplina dell’equo compenso e gli affidamenti dei servizi di ingegneria e architettura secondo il D.Lgs. 36/2023 del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. I vari articoli del documento, oltre a toccare ulteriori argomenti attinenti all’equo compenso, hanno dedicato un intero paragrafo al divieto di ribassabilità del compenso professionale e noi lo pubblichiamo nella sezione Professionisti e News. Nello stesso si evidenzia che, se si parla di “compenso equo”, lo stesso non può essere soggetto in fasa di gara ad alcun ribasso che si riflette sulle modalità di aggiudicazione dell’appalto ed in partcolare riguardo ai criteri di aggiudicazione, richiamando l’art. 108 del D.Lgs. n. 36/2023 il quale evidenzia i due criteri di aggiudicazione del “prezzo più basso” e dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Per cui l’elemento riguardante il costo, nelle varie tipologie di gara, va assunto come un prezzo o costo fisso, per cui ad esempio nell’offerta economicamente più vantaggiosa va ponderata, soltanto sui critevi qualitativi dell’offerta, visto che quelli quantitativi restano fissi ed invariabili. Lo stesso concetto è riportato nel Nuovo Codice dei Contratti il Decreto Legislativo 31.3.2023, n° 36 che già apre a questo concetto al comma 5 dell’articolo 108 che evidenzia: “…L’elemento relativo al costo, anche nei casi di cui alle disposizioni richiamate al comma 1, può assumere la forma di un prezzo o costo fisso sulla base del quale gli operatori economici competeranno solo in base a criteri qualitativi…”. Con questo concetto, evidenzia il documento del CNI, l’appalto mediante dell’offerta economicamente più vantaggiosa, diventa un’offerta a prezzo fisso”, con la sola variabilità dell’elemento qualitativo.
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